giovedì 10 dicembre 2020

Love is a losing game

 "Alla fine vedila sotto questo aspetto: la tua famiglia era lui ma con lui hai chiuso, eravate una coppia e non una famiglia."



lunedì 23 novembre 2020

"Come se provassi..."

 



Quando torni a respirare te ne accorgi.

La prima aria che butti fuori dai polmoni ha la forma del sollievo.

In quel momento capisci che, nonostante sia un atto istintivo e automatico necessario per vivere, per molto tempo sei rimasta semplicemente in apnea, tra un senso di colpa e qualcos'altro.

Ha a che fare con il primo passo, quello che non ti porta dove vuoi ma ti toglie da dove sei.

Non senti più il peso sul petto, la pece non avvolge più la tua mente e c'è un barlume negli occhi che ti aiuta a vedere una strada, un sentiero, una via, un ciottolato.

"Guardo la mia vita come al cinema, il protagonista di certo è Dio, così il cattivo oggi sono io...non sento niente, non provo nulla, mi guardo dentro, non mi riconosco e quando volo ogni volta casco..." (Cattivo - The Zen Circus)

Il ritorno a me stessa sicuramente è stato segnato da Ravenna, dove il Mausoleo di Gallia Pacidia, che ha ispirato Cole Porter fino alla creazione di "Night and day", mi ha ricordato che "Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quando più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me",  come direbbe Kant. 

Ma sono tornata davvero a respirare solo giunta ai piedi della cascata San Giovanni, nel Parco Nazionale della Majella. 

La foto in alto è un promemoria, mi ricorda che "la felicità non è una truffa". Il passo successivo.

Io credo che la bellezza salverà davvero il mondo, di certo ha salvato il mio sguardo.



"Non ero io, non eri tu."





giovedì 19 novembre 2020

Breathe

 /briːð/ : verb

take air into the lungs and then expel it, especially as a regular physiological process.

"she was breathing deeply"

(Oxford Dictionary)

Respirare v. intr. e tr. [dal lat. respirare, comp. di re- e spirare «soffiare, respirare»]. – 1. intr. a. Compiere il processo fisiologico della respirazione, riferito a organismi viventi; con speciale riferimento alle due fasi di inspirazione ed espirazione della respirazione umana (e di alcuni animali superiori): r. profondamente. Come segno di vita. b. Con uso estens., riferito a un luogo dove ci sia aria buona o dove si stia larghi e comodi. c. fig. Provare, avere un po’ di sollievo, di riposo, di pace, di libertà; raro con compl. della cosa da cui ci si libera momentaneamente; più com. con uso assol.: dopo tante fatiche solo ora comincio a respirare.

(Treccani)




Una parola semplice per un concetto complesso.


sabato 14 novembre 2020

"Siediti sulla sponda del fiume e aspetta..."

Più o meno l'insegnamento è stato questo e non mi proveniva da Confucio ma da qualcun altro che mi ha insegnato la vita...per quanto la vita si possa insegnare.

Io posso dire questo: sono seduta e aspetto. Aspetto che passi la rabbia ma in testa Max Gazzè continua a ripetermi che "Il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose".

Di certo il tempo non aiuta se non sei tu a volerlo. Il fattore "Volontà" è un po' come il "Libero arbitrio"...una gran fregatura di responsabilità.

Scelte.

Tutti abbiamo una canzone che spiega un momento particolare della propria vita, dove parte il cambiamento, dove inizia la consapevolezza, dove ciò che provi non puoi più sotterrarlo, perché più in basso di così è difficile cadere...a volte pensi la vita ti si accanisca contro, invece ti sta dando una possibilità: tutto intorno a te sta provando a dirti che stai sbagliando, che quella non è la tua strada e che devi cambiare rotta. Non c'è eroismo né romanticismo nell'attaccarti a relazioni/cose/persone che sono nocive e tossiche. 

La mia è Ditmas dei Momford and Sons, una carica esplosiva di energia e dolore...mi ricorda Help dei Beatles.

 Quando John Lennon scrisse Help era in piena fase depressiva e chiedeva seriamente e sinceramente "Aiuto", era infelice e si sentiva in trappola, ma George Martin volle accelerare il ritmo degli arrangiamenti e il pubblico non capì mai ciò che Lennon stava vivendo. Ditmas è un po' così...a dirla con le migliori parole di Massimo Cotto in Rock Therapy Ditmas è "un gran modo di cantare il dolore dell'amore facendo muovere i piedi".

Ditmas è la mia Amen. Ha segnato la fine di qualcosa e dato inizio a qualcos'altro.

Quando ho accantonato la musica per comprendere le parole credo di aver capito davvero John Lennon e il suo gridare Help al mondo.

Ditmas non è un grido...è L'introspezione, il vissuto. Quello che cerco di dire è che ancora una volta aveva ragione De Andrè "E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà"....o come cantava Guccini "Vedi cara è difficile spiegare se non hai capito ancora". 

Ogni singola parola di Ditmas mi scorre nelle vene insieme al sangue.

Non puoi salvare i ricordi, perché sono tutti rovinati...è come quando avveleni l'acqua....anche se cade una sola goccia di veleno non la puoi più bere. D'Altro canto mi piace credere che quel che non ti uccide ti fortifica.

A volte, come dice Niccolò Fabi, "Vince chi molla".

Così ho lasciato andare anch'io la mano che mi stringeva la gola, ho disteso le vene e ho aperto le mani, cercando di non trattenere più nulla, lasciando tutto fluire. Ho scoperto che l'aria dal naso arrivava di nuovo ai polmoni, le palpitazioni erano tornati battiti e la testa al suo peso normale. Aveva ragione lui, Niccolò Fabi: "La salvezza non si controlla, vince chi molla".






mercoledì 11 novembre 2020

Ricomincio da...

 


Un giorno, per caso, mi sono imbattuta in queste parole di Franco Arminio: " Prendi un angolo del tuo paese e fallo sacro, vai a fargli visita quando parti e quando torni".

La sacralità dei luoghi.

Ho sempre voluto credere di non averne uno, per non mettere radice nel posto dove vivo, per la mia smania di voler trovare la felicità altrove ma quest'anno ho imparato due cose:

1) la felicità non si trova, la felicità si crea, giorno dopo giorno...è nel nome: essere fecondo. Le parole non mentono. Si é felici ed essere felici costa fatica, quella fatica di chi fa;

2) c'è un posto nel mio cuore (e in questa parte di mondo) dove, come direbbe Lucio Dalla, tira sempre il vento ma che in realtà è sempre assolato: la casa dei miei nonni paterni. La mia vita è iniziata lì. Le case le fanno le persone, in tutti i sensi. Non è solo una questione di mattoni, pilastri e cemento...è il Natale di tutti gli Affetti. 

Lello Arena in Ricomincio da tre diceva: "Chi parte sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca". Io sapevo esattamente da cosa fuggivo, ora non so se ho tre cose, come Troisi, da cui ricominciare ma di una cosa sono certa, ricomincio da me.

La foto in alto mi ricorda che in qualche modo ce l'ho fatta. 

Esiste un sentiero in Abruzzo chiamato il "Sentiero del cuore", al termine del quale appare in tutta la sua bellezza il lago di Scanno, dove per un "banale" effetto ottico il lago assume la forma di un cuore. Sono arrivata in cima con tutti i miei macigni emotivi, ho creduto di soffrire di vertigini, mi sono ricordata delle parole di Jovanotti "La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare", le ho ripetute come un mantra, mentre tutto girava intorno a me e le lacrime riempivano i miei occhi. Ho pensato fosse la tristezza del mio vissuto che veniva fuori...ora so che quello che ho provato non era diverso da quello che ha provato Stendhal nel suo gran tour del 1817.

 «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere.»