domenica 21 aprile 2013

Non potevo ammazzarlo perchè gli volevo bene. Allora ho fatto come diceva di fare mio nonno con tutti quelli che non possono capire le cose essenziali: "Gli ho augurato buona fortuna".

"Quando avrai un dolore
di cui ti vergogni
fallo sentire a parole
o prendimi a pugni"
(Di nascosto, Max Gazzè)

Stare a Roma e non ricordare più com'era essere tristi nella città più importante del Mondo.
Roma non è colpa tua se vieni calpestata  anche da chi non voglio
La scalinata da cornice a Piazza di Spagna e Trinità dei Monti che osserva tutto dall'alto e nulla può mai sfuggirle.
Il nodo in gola che torna.
Il vuoto che pesa sullo stomaco.
E cercare sempre di trattenere le lacrime.
Perchè non è giusto.
Perchè non si può.
Accuso il colpo.
I colpi fanno sempre male.
Per quanto impassibile fuori.
Fanno male dentro.
Scuotere la testa per scacciare i pensieri.
Anche il sole si è nascosto, ma Roma regala sempre una temperatura mite.
Quanti turisti, quante persone, forse studenti, forse lavoratori, forse solo sconosciuti come me.
People are strange when you're a stranger
cantava Jim Morrison con i suoi Doors
ora capisco e cerco una porta anch'io.

Non mi è bastato no l'amore preso in prestito da te
vuoto a rendere, riprenditelo tu così com'è
(La mia libertà, Max Gazzè)

E torno a scrivere qui per liberarmi da tutto quello che male mi fa.
E sarà di nuovo tutto inutile perchè non sparirà.

Ci sei riuscito intanto a lasciarmi un altro buco in petto.


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